- I -

- 21. 15-

Ritrovo in Campo Santo Stefano, accanto al grande albero natalizio di vetro. Il tempo non promette nulla di buono, ma il tanto lavoro fatto nei giorni precedenti ed una notevole affluenza di pubblico, in gran parte "foresto", spingono ad iniziare comunque la serata, in leggero ritardo. Un violoncellista intrattiene il pubblico, mentre alcune Baute scrutano, misteriose, la gente dalla terrazza. Arriva il Codega, (Paolo Zaniol), accompagnato dalla moglie petulante, Orsetta (Giuliana Spanò). Marco toso Borella racconta dell'antica chiesa parrocchiale di San Stefano. Si proietta, sul grande telo steso sul giardino della canonica, la facciata del tempio.


- II -

-21.50-

Mentre il Codega espone le sue astruse teorie sull'origine dei soprannomi Zaloti e Siegoli marzi, attribuiti rispettivamente ai parrocchiani di San Donà e del Rio, si sente dall'altra parte del canale il rullare di un tamburo ed ordini marziali: sono i militi del I° Reggimento di Infanteria "Veneto Real" che si stanno dirigendo verso l'antico Bersaglio, o Bressagio, per compiere alcune manovre. Comincia a piovviginare, ma la lunga teoria di persone non accenna ad arrendersi. Si attende che il temporale si plachi sotto il grande portico del Palazzetto Correr, sede di piacevoli incontri culturali già dal Rinascimento.


- III -

- 22.00-

Arrivati in Bressagio, dopo poche gocce, i soldati sparano una rumorosissima salva. Il fumo non fa in tempo a diradarsi, che da lontano si profilano le inquietanti figure dei Battuti, o flagellanti. Uno di loro (Fabio Lapiccirella) narra ai presenti del loro Ospedale, della loro grande Scuola e della bellissima chiesa che si trovava poco distante. Tutto perduto. Un fantasma che racconta di antichi edifici scomparsi...


- IV -

- 22 15-

Si giunge ai piedi del Ponte de mezo. Qui, sotto la Colonna dei Bandi, si dà lettura di alcune condanne inflitte ai muranesi rei di delitti, perpetrati nei secoli passati. Ogni pena è accompagnata da un rullo di tamburi. Quindi la comitiva, preceduta dalla "scorta" dei militi, si sposta verso il Chiostro di San Pietro, attraversando una fondamenta costellata di antiche insegne vetrarie: Alla Sirena, Ai Quattro Gigli, All'Albero....


- V -

-23.00-

Nel chiostro viene proiettata l'immagine dell'ormai distrutta Chiesa dei Battuti di San Zuanne, con annessa Scuola ed Ospedale. E, dall'alto della scalinata, ecco apparire Pietro Morando (Fabio Lapiccirella), l'autore del meraviglioso intaglio ligneo che un tempo adornava la Sala delle riunioni dei Confratelli.

La sua silhouette, mentre intaglia un Telamone, narra ai presenti delle figure da lui create, di chi fossero state, mentre le loro immagini scorrono veloci. Venti per volta, in religioso silenzio, i convenuti, accolti dal suono di un'arpa, entrano nella sagrestia di San Pietro, che attualmente ospita il superbo lavoro del Morando. Una vera e propria scoperta, anche per alcuni muranesi.
Nell'aria sembrano ancora aleggiare le immaginarie, ultime parole dello scultore, pronunciate mentre spegneva una candela:

"...Ricordatevi di me, muranesi, perchè io sono una parte di quello che siete stati. Ricordatevi dell’opera mia, divorata dai tarli. Non lasciate svanire la memoria, non lasciate distruggere le pietre dei vostri palazzi, delle vostre chiese, della vostra arte, pronta ad essere divorata ed espulsa come polvere dai tarli voraci del mondo. Quando camminerete accanto alla chiesa, entrate e dedicatemi uno sguardo. Ricordate il tempo, la vita di un uomo e il suo lavoro silenzioso.
Non lasciate che di noi resti solo una Murano Scomparsa..."

Resoconto della serata del 10 luglio 2007, avvenuta a Murano.

Testo, logo ed illustrazioni di Marco Toso Borella.

Foto di Andrea D'Alpaos.


Murano Scomparsa II - Pagina tratta dal Sito Isola Invisibile - La Murano della memoria
A cura di Marco Toso Borella, muranese